Avvertenze sulle fonti

Per la preparazione della presente ricerca ci si è avvalsi anche di documenti pubblicati da eminenti storici nel corso dell ‘800 e nei primi decenni del ‘900 che in tempi più recenti sono stati oggetto di una più attenta verifica critica e alcuni dei quali ritenuti dei falsi diplomatistici o storici realizzati con buona probabilità tra il XIV e il XVI secolo.

Gli esempi più rilevanti sono la cosiddetta “Donazione della Trexenta” pubblicata integralmente dal Tola nel 1861 e alcune delle “Carte Campidanesi” pubblicate dal Solmi nel 1905.
 
Poiché questa non è la sede adatta per entrare nel merito dell’autenticità di tali documenti, si avverte comunque che degli stessi se ne è tenuto conto in diverse occasioni principalmente per due ordini di motivi: primo perché riportano dei toponimi oppure i confini dei villaggi in modo estremamente dettagliato e riscontrabili ancora oggi per cui si può affermare che, se anche fossero stati oggetto di falsificazione, dal punto di vista toponomastico e geografico sono perfettamente attendibili; gli estensori erano quindi dei buoni conoscitori della zona. In secondo luogo perchè, se anche dovesse trattarsi di documenti falsificati, la contraffazione avvenne comunque nel periodo tardo medioevale (o poco oltre) e quindi nel periodo che maggiormente interessa la presente ricerca.
 

In ogni caso in uno dei prossimi articoli ne verrà realizzato uno specifico nel quale verranno analizzati i singoli documenti incriminati e si cercherà di fornire il punto di vista dei vari studiosi che nel corso del tempo si sono espressi in materia.

Sergio Sailis