1363, Prestito di Mariano IV a Pisa
(di Sergio Sailis)
Il 13 marzo 1363 gli Anziani del Comune di Pisa ratificano un trattato tra il Comune e Mariano IV d’Arborea. Il Giudice, a dimostrazione che la situazione economica arborense nonostante le guerre e le epidemie era in buona salute, concede infatti ai toscani un prestito di 16.000 lire di alfonsini d’argento.
(di Sergio Sailis)
Il 13 marzo 1363 gli Anziani del Comune di Pisa ratificano un trattato tra il Comune e Mariano IV d’Arborea. Il Giudice, a dimostrazione che la situazione economica arborense nonostante le guerre e le epidemie era in buona salute, concede infatti ai toscani un prestito di 16.000 lire di alfonsini d’argento.
Per la parte pisana le trattative vennero
curate da Ricucco Ricucchi in qualità di procuratore speciale e profondo
conoscitore della situazione isolana.
A garanzia del prestito il Comune dava le
rendite delle curatorie di Gippi e Trexenta “ ... Dictus
Commune erit dicto domino suisque heredibus et successoribus perinde
generaliter obligatum et specialiter Camera dicti Communis ac cabelle vini et
carnazarie seu aliqua ipsarum prout dictus dominus et sui heredes et
successores comodius eligere voluerint, nec non et ville curatariarum Ghippi et
Tragende situatarum in insula Sardinee ad ipsum Commune spectantes et
pertinentes, non obstante quod essent vel sint aliis obligate in totum vel in
partem, et quod presens obligatio ceteris preferatur. ...” e la possibilità per Mariano di
nominarne i funzionari purchè pisani; gli stipendi a loro spettanti venivano invece
pagati direttamente da Pisa.
Il Comune avrebbe dovuto rimborsare il
prestito con rate annuali di 2000 lire con possibilità di rimborsarlo
anticipatamente dopo tre anni.
Dopo pochi anni però Pisa veniva
completamente e definitivamente estromessa dai suoi ultimi possedimenti sardi.
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