1218, riconferma
all’arcivescovo pisano dei diritti sulla Sardegna
(Sergio Sailis)
(Sergio Sailis)
Ascò o Vitale, oggi mi sento
buono e generoso e ti ridò i diritti sulla Sardegna però i tuoi concittadini devono comportarsi bene con la Santa Sede.
Accadeva ottocento anni orsono,
tondi tondi, il 5 febbraio 1218. Papa Onorio III informa il capitolo, il clero
e il popolo pisano della sua decisione di riconfermare i diritti di legazia e
il primato sulla Corsica e sulle province sarde di Torres, Arborea e Cagliari
all’arcivescovo pisano Vitale. (img ASPi) |
Lo stesso giorno scrive anche
agli arcivescovi e vescovi sardi, ai Giudici di Torres e Gallura e ai nobili
sardi informandoli della sua decisione e ordinando loro di prestare al presule
pisano gli onori che gli competono.
In effetti tre giorni dopo Onorio procederà
ufficialmente al rinnovo di questi privilegi, concessi dai predecessori di
Onorio III, e che erano stati sospesi a seguito di quanto successo poco tempo prima in Sardegna
ossia il matrimonio di Lamberto Visconti con Elena di Gallura (che aveva di
fatto compromesso le mire matrimoniali di Trasamondo de Segni cugino di papa
Innocenzo III) e l’invasione del Giudicato di Kalari (sempre ad opera di Ubaldo e
Lamberto Visconti) ai danni degli eredi di Guglielmo di Massa pregiudicando così la politica papale tendente a stabilire il controllo e
la sovranità sull'intera isola.
La nomina di Vitale, risalente
all’anno precedente, era stata voluta dal Papa in quanto ritenuto persona a lui
fedele e particolarmente utile per contrastare la tradizionale politica filo imperiale del
comune toscano; gli avvenimenti successivi però, ossia l’appoggio
incondizionato dell’arcivescovo alla consorteria dei Visconti (che aveva preso il sopravento a Pisa dopo la battaglia sul fiume Frigido e la conseguente sconfitta del Giudice cagliaritano Guglielmo di Massa nel 1213) e al Comune di Pisa, l’inosservanza
di Vitale di scomunicare i Consoli in carica (e quindi Ubaldo Visconti) e
lanciare l’interdetto su Pisa come conseguenza dell’invasione del Giudicato di
Kalari (nonché il rifiuto da parte dei pisani ad abbandonare la Sardegna),
porteranno in seguito il Pontefice a ricredersi sulle sue scelte e, nell’agosto
dello stesso 1218, a revocare nuovamente questi diritti che la chiesa pisana
vantava ormai da quasi un secolo e mezzo.
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