Trexenta cara
di Fabio Strinati
mescolate con l’anima del campo
e in un granaio segreti e silenzi
di quel fertile ricordo
che la Trexenta mai muore e nell’aria,
tutto si espande e s’impregna
del profumo al bosco o di colline chiare
che sembrano colori di creature.
La musica tra i fili del vento,
le note antiche che risuonano
la storia in una delicatezza
che permane e che oscilla
tra le vigne intatte e quei frutteti dolci
sotto un sole d’incantesimo,
il ricordo del momento in un lampo di decoro,
e di una grandiosa foto negli occhi
intrisi di luci accese oltre il confinario,
Santa Vittoria quel santuario eterno
dai trasalimenti estesi e sconfinati
oltre quel florido pianoro.
di Fabio Strinati
Pubblichiamo un breve testo poetico dedicato alla Trexenta gentilmente inviatoci da Fabio Strinati, di origini trexentesi ma residente nella penisola, il quale non ha certo dimenticato i suoi legami con la nostra terra.
Lineamenti delicati, forme
mescolate con l’anima del campo
e in un granaio segreti e silenzi
di quel fertile ricordo
che la Trexenta mai muore e nell’aria,
tutto si espande e s’impregna
del profumo al bosco o di colline chiare
che sembrano colori di creature.
La musica tra i fili del vento,
le note antiche che risuonano
la storia in una delicatezza
che permane e che oscilla
tra le vigne intatte e quei frutteti dolci
sotto un sole d’incantesimo,
il ricordo del momento in un lampo di decoro,
e di una grandiosa foto negli occhi
intrisi di luci accese oltre il confinario,
Santa Vittoria quel santuario eterno
dai trasalimenti estesi e sconfinati
oltre quel florido pianoro.
FABIO STRINATI
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