1335 Contribuzione della Trexenta alle
guerre contro i Doria
Sergio Sailis
Sergio Sailis
Una delle pattuizioni inserite nella
seconda pace tra Pisa e Aragona del 1326 prevedeva che il Comune pisano nella
gestione delle Curatorie di Gippi e Trexenta che teneva a titolo di feudo fosse
esentato da ulteriori gravami nei confronti della Corona.
Le croniche ristrettezze finanziarie in cui
versava la Corona spesso imponevano però che queste franchigie venissero
ignorate come nel caso della contribuzione per la guerra contro i Doria richiesta
alla Curatoria di Gippi e alle ville di Guasila, Guamaggiore, Selegas e Segariu
in Trexenta; a quaranta “liberis hominibus a equo” vennero infatti richieste duecento
libbre in sostituzione del loro servizio.
Tra il 18 e 23 maggio 1335 Bando Bonconti
nella sua qualità di vicario per le curatorie di Trexenta e Gippi e Puccio
della Vacca nella sua qualità di camerario del comune pisano presentarono un’istanza
al Governatore Ramon de Cardona affinchè i territori soggetti a Pisa fossero
esentati da detta contribuzione in virtù del predetto trattato di pace.
(stralcio documento conservato in ASP) |
La risposta del Governatore ovviamente fu
negativa in quanto a suo dire la situazione delle casse regie non consentiva di
esaudire detta richiesta che peraltro era stata fatta anche agli altri “hererats”
presenti in Sardegna in rapporto al servizio di cavalli armati e alforrati che erano
tenuti a prestare.
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