1383 Brancaleone Doria,
conte di Monteleone e signore della Marmilla.
di Sergio Sailis
di Sergio Sailis
Dopo aver prestato il
consueto giuramento di fedeltà Brancaleone Doria il 24 giugno 1383 ottiene da
re Pietro IV il Cerimonioso la concessione del titolo di conte di Monteleone e
barone della Marmilla.
(img ACA Barcellona)
Subito dopo l’assassinio
di Ugone e della piccola sfortunata Benedetta, Brancaleone il 25 marzo si era infatti
imbarcato per recarsi alla corte di Pietro IV e perorare così i diritti
dinastici della moglie Eleonora e dei propri figli Federico e Mariano (ancora
minorenni) contro quelli dei figli della cognata Beatrice cui sarebbero
spettati di diritto. In base alle disposizioni di Mariano IV infatti, qualora
Ugone fosse morto senza lasciare eredi maschi e senza aver fatto testamento, la
successione sarebbe spettata a Amerigo di Narbona.
Brancaleone riesce
quindi ad ottenere l’appoggio aragonese ma durante il suo soggiorno in
Catalogna nell’isola prevale il partito anti-aragonese e ricomincia la guerra
nonostante la presa di potere da parte di Eleonora. Il Doria si ritroverà pertanto
ad essere tenuto come ostaggio e, dopo essere stato trasferito a Cagliari nel
1385, verrà imprigionato nella torre di San Pancrazio per costringere Eleonora
a sottoscrivere la pace, che in effetti venne conclusa nel 1388, in cambio
della libertà del marito che però avvenne solo nel marzo del 1390.
Da evidenziare infine che
mentre la dignità comitale su Monteleone tutto sommato si riferiva a un
territorio che già dal ‘200 faceva parte dei possessi signorili della famiglia
Doria ed era sin dalla conquista aragonese (seppur focolaio di continue
rivolte) inserito del Regno di Sardegna, la concessione della baronia sulla
Marmilla aveva invece un significato più squisitamente politico in quanto la
curatoria era parte integrante del Giudicato d’Arborea e di conseguenza il
sovrano aragonese stava affermando, e non è l’unico esempio di questo tipo, la
sua sovranità (almeno nominale) anche su questo Giudicato concedendo titoli nobiliari
su territori al di fuori della sua disponibilità, anche materiale. Con questa
infeudazione inoltre il Cerimonioso subdolamente cercava forse di insinuare una
spaccatura tra l’elemento giudicale e quello signorile la cui saldatura poteva
essere alquanto pericolosa per la Corona sia politicamente che militarmente come
in effetti si dimostrò qualche anno dopo quando le indubbie qualità militari di
Brancaleone costringeranno gli aragonesi ancora una volta sulla difensiva e al solo
controllo di alcune roccaforti.
(S.S.)
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