1326, i disordini di Bonaria
di Sergio Sailis
Siamo a Bonaria, la cittadella
fortificata eretta dai catalano-aragonesi in contrapposizione alla Castel di
Castro pisana, in un freddo 17 gennaio del 1326; le truppe iberiche continuano
il loro assedio alle poderose mura erette dai toscani a protezione della città
ma non tutto fila per il verso giusto.
L’infante Alfonso infatti al fine
di limitare lo strapotere che i Carroç avevano ormai assunto nell’isola il 5
novembre 1325 nomina Ramon de Peralta capitano di guerra in Sardegna lasciando
a Francesc Carroç il comando della flotta; il precedente 24 settembre inoltre
aveva destituito dalla carica di capitano di Bonaria il figlio di Francesc
Carroç, Berenguer, nominando al suo posto Guillem de Llor anch’egli fedelissimo del Peralta.
Questa situazione non poteva che creare attrito tra il Peralta e i Carroç che
già in precedenza avevano avuto dei diverbi.
Fatto sta che all’imbrunire del
17 gennaio a seguito di una discussione tra Jofré Gilabert de Cruilles e
Guillem de Llor si giunse allo scontro armato tra i fautori dell’ammiraglio
Francesc Carroz (tra i quali i suoi figli Francesc e Jaume, Pere de Llibià,
Bonanat Sapera, Jofré Gilabert de Cruilles, Arnau ça Cassà, Ramon ça Vall) e
quelli del capitano di guerra Ramon de Peralta (tra i quali spiccavano le
figure di Guillem de Llor, Jaume des Truyll, Bort de Montsonis, Rocafort,
Berenguer d'Anglesola) con morti e feriti e per poco non si mise in discussione
la stessa sopravvivenza della cittadella se solo i pisani fossero intervenuti.
Alla fine gli animi furono
riappacificati grazie anche all’intervento del Giudice Ugone d’Arborea e dei
magistrati di Bonaria che mediarono tra i contendenti anteponendo l’interesse
della Corona a quello delle parti in causa.
La reazione dell’infante giunse
dopo qualche mese richiamando a corte per gli accertamenti del caso quelli che
erano ritenuti i maggiori responsabili delle lotte intestine e nominando due
riformatori, Felip de Boyl e Bernat de Boixadors, con il compito di chiarire
quanto successo.
Lettera inviata il 3 marzo 1326 dall'Infante Alfonso a Francesc Carroç e a Ramon de Peralta in merito agli scontri di Bonaria (ACA) |
Tra i personaggi coinvolti in
questa vicenda molti sono quelli relazionati con la Trexenta. Berenguer Carroç (figlio
dell’ammiraglio Francesc) per esempio era infatti sposato con Teresa Gombau d’Entença cui l’infante aveva concesso in feudo, tra gli altri, il villaggio di
Bangiu Donico (donazione che però rimase senza esito per via di alcune particolari
clausole nella concessione); il villaggio poi venne successivamente concesso a
Guillem Sapera (fratello di Bonanat sopra citato cui cedette i propri diritti
mantenendone l’usufrutto) assieme alla villa di Gergei (curatoria di Siurgus). Un
altro figlio dell’ammiraglio, Francesc II Carroz, viceversa aveva ricevuto in
feudo le ville di Arili, Siocco, Donigala Alba e Segolai. Pere de Llibia invece
aveva ricevuto il villaggio di Selegas. Jofré Gilabert de Cruilles era
feudatario delle ville di Bangio de Arili, Seuni e Suelli site nella curatoria
di Trexenta, e di Donigala e Siurgus site nella curatoria di Siurgus mentre Arnau ça Cassà aveva ricevuto il villaggio di Dei oltre alle ville di Sheutas, Nuragi
e Postmont site nella curatoria di Nuraminis e quelle di Monastir e Sigogus,
site nella curatoria di Bonavoglia e Guillem de Llor, tra le altre, aveva invece in
feudo la villa di Barrali.
Nello stesso 1326 però quasi tutti,
ad eccezione di Guillem de Llor, persero i loro feudi trexentesi (in cambio di
un indennizzo) a seguito della seconda pace con Pisa che costretta a rinunciare
a Castel di Castro riceveva in feudo le Curatorie di Trexenta e Gippi.
Bibliografia:
Pasquale TOLA, Historiae patriae
monumenta - tomo X: Codex diplomaticus Sardiniae, tomo I, Torino 1861.
Marco TANGHERONI, Su un contrasto
tra feudatari in Sardegna nei primissimi tempi della dominazione aragonese, in
Medioevo età moderna, Cagliari 1972.
Sandro PETRUCCI, Cagliari nel
Trecento. Politica, istituzioni, economia e società. Dalla conquista aragonese
alla guerra tra Arborea ed Aragona (1323-1365).
Antonio FORCI, Damus et
concedimus vobis. Personaggi e vicende dell'età feudale in Trexenta (Sardegna
meridionale) nei secoli XIV e XV, Ortacesus 2010.
Sergio SAILIS, Guillem Desllor,
primo feudatario di Barrali (1326-1331) in “Barrali. Un paese antico tra
Parteolla e Trexenta”, (a cura di A. Forci e L. Casu), Ortacesus 2014.
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