1353 concessione uso delle armi ai pisani
(Sergio Sailis)
Uno degli ordini impartiti da Pietro IV nel medesimo 14 febbraio
1353 riguarda Jofré Gilabert de Cruïlles in
quanto, secondo le accuse dei vicari pisani, aveva estorto dei beni agli
abitanti di una delle ville trexentesi che aveva in feudo prima della pace del
1326 a seguito della quale passarono al Comune di Pisa.
(Sergio Sailis)
Il 14 febbraio 1353 Pietro IV concede finalmente ai vicari pisani
presenti in Sardegna di poter portare armi sia difensive che offensive e di
poter girare con una scorta di due uomini. Gli ufficiali del Comune toscano
presenti nell’isola per amministrare i feudi di Gippi e Trexenta (concessi in
feudo con la pace del 1326) erano stati a più riprese oggetto di vessazioni e
intimidazioni e nel corso degli anni Pisa aveva a più riprese presentato le
proprie rimostranze presso la corte aragonese.
(img ASPi) |
Nella stessa data Pietro IV emana tutta un’altra serie di ordini
(una trentina) volti a salvaguardare (almeno ufficialmente) gli interessi,
anche commerciali, del Comune dell’Arno in Sardegna. I segnali provenienti da
Mariano IV d’Arborea infatti erano poco incoraggianti e palesavano quel
malessere che pochi mesi dopo sfocerà nell’aperta ribellione; con questa mossa
probabilmente il sovrano aragonese intendeva non alienarsi le simpatie dei
toscani e attirarli dalla sua parte o perlomeno mantenerli neutrali nell’ormai
quasi imminente conflitto con l’Arborea.
Le ville in questione erano Bangiu de Aliri, Seuni e Suelli (oltre
che Donigala e Siurgus ed in seguito anche Orroli e Goni) e inoltre quella di
Segariu che era in feudo a sua moglie Sibilla de Vergua. Il sovrano ordinava ai
suoi ufficiali che intimassero al nobile de Cruïlles di restituire il maltolto.
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