Mariano IV e la razzia a Gergei
del 1340
di Sergio Sailis
Nel settembre del 1340 Pietro IV scriveva a Mariano d’Arborea (all’epoca semplice Conte di Goceano e signore della Marmilla non essendo ancora assurto al trono giudicale) lamentandosi della scorreria effettuata da un manipolo di arborensi i quali, al comando del castellano di Marmilla, vessilli inalberati e a mano armata, avevano razziato il territorio di Gergei all’epoca detenuto in feudo da Guglielmo de Petra (o Guillem Sapera il 28 aprile 1325, aveva infatti ottenuto una rendita annua di 4000 soldi di genovini a valere sui redditi di ville del Regno di Sardegna che vennero individuate appunto con Gergei (Siurgus) e con Bangiu Donnico (Trexenta villaggio scomparso nei pressi di Ortacesus) e delle quali venne investito il successivo 4 maggio 1325).
di Sergio Sailis
Nel settembre del 1340 Pietro IV scriveva a Mariano d’Arborea (all’epoca semplice Conte di Goceano e signore della Marmilla non essendo ancora assurto al trono giudicale) lamentandosi della scorreria effettuata da un manipolo di arborensi i quali, al comando del castellano di Marmilla, vessilli inalberati e a mano armata, avevano razziato il territorio di Gergei all’epoca detenuto in feudo da Guglielmo de Petra (o Guillem Sapera il 28 aprile 1325, aveva infatti ottenuto una rendita annua di 4000 soldi di genovini a valere sui redditi di ville del Regno di Sardegna che vennero individuate appunto con Gergei (Siurgus) e con Bangiu Donnico (Trexenta villaggio scomparso nei pressi di Ortacesus) e delle quali venne investito il successivo 4 maggio 1325).
La razzia aveva fruttato agli
arborensi ben 18 buoi, 500 pecore oltre a grano e orzo; questo ricco bottino
con tutta probabilità venne poi portato al sicuro nel vicino castello di Las
Plassas per soddisfare le esigenze della sua guarnigione.
Il fatto avvenne in località
“mora era” (attualmente Murera ai confini tra Barumini e Gergei) nonostante la
presenza, proprio nella zona, dei cippi di confine tra il Giudicato di Arborea
e il Regno di Sardegna pertanto, secondo il sovrano, si trattava di un
deliberato atto di aggressione e per questo motivo ammoniva Mariano a riparare
i danni causati.
Prime avvisaglie di una certa (forse nascente) insofferenza verso gli iberici o normale "dialettica" tra signori confinanti?
Prime avvisaglie di una certa (forse nascente) insofferenza verso gli iberici o normale "dialettica" tra signori confinanti?
Il presente documento già noto
agli studiosi sardi da oltre un trentennio è stato recentemente illustrato dal
Dott. Giovanni Serreli nella conferenza "Amore e Guerra nel Medioevo"
tenutasi a Las Plassas il 23 maggio 2015.
img. ACA, Barcellona |
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