lunedì 13 aprile 2015

Mariano IV d’Arborea Conte del Goceano

Mariano IV d’Arborea Conte del Goceano
di Sergio Sailis

 Il 6 ottobre del 1339 Pietro IV d’Aragona insignisce Mariano IV d’Arborea della dignità comitale di Conte del Goceano[1].


A.C.A., Real Cancelleria, Carte Reali, Pietro III, n. 0923

Questo territorio era comunque già sotto il controllo arborense da diversi decenni; i Giudici infatti ne disponevano a loro piacimento ed era già stato in precedenza destinato da Ugone II a Mariano in qualità di figlio cadetto. Questa volontà era stata del resto confermata nel testamento dello stesso Ugone[2] del 4 aprile 1335 (1336 secondo lo stile pisano) dove appunto si legge:

"Item confirmamus approbamus et ex certa scientia retificamus omnia privilegia facta et concessa per nos egregio Mariano de Arborea dillecto filio nostro dominique Ucciani et Marmille de dicti castris curatoriis eorum et villis omnibus et de omnibus aliis que subì quocumque titolo concessimus prout et sicut in Mariani privilegiis et per nos ei concessi et cum omnibus juribus et pertinentiis eorum plenius et lacius continetur."

Ciononostante quando il 15 luglio 1347, proprio dal Castello di Goceano, Mariano IV, in qualità di “Iudex Arboree, Comes Gociani et Vicecomes de Basso”, rilascia la procura a Arnau Ballester e a Galceran Marguet affinchè in suo nome e conto prestassero giuramento di fedeltà e vassallaggio dinnanzi a Pietro IV lo faceva: “… pro Judicatu Arboree et allis terris Ciuituibus Castris locis et villis quem et quas in Insula Sardinie predicti pater et frater sui tenebant in feudum sub annuo servitio seu censu trium milium folrenorum a supradicto domino Rege et a predecessoribus suis …”[3]
trascrizione a cura di Josefina Mateu Ibars, María Dolores Mateu Ibars,
in Colectánea paleográfica de la Corona de Aragón I, pag. 741
I due sovrani, entrambi cresciuti ed educati alla corte barcellonese, da qui a una quindicina d’anni diventeranno acerrimi nemici e i due stati si combatteranno per lunghi decenni che porteranno la Sardegna alla definitiva sconfitta ed all’incorporazione nella Corona d’Aragona che a sua volta finirà per essere fagocitata dalla nascente potenza spagnola.

L’inasprimento dei rapporti comportò conseguentemente anche il rigetto da parte arborense di una sottomissione feudale nei confronti del Re d’Aragona accettata dai precedenti Giudici[4] tant’è che dopo la morte di Mariano il marito di Eleonora, Brancaleone Doria, nel 1392 nel rifiutare la supremazia del re affermava che: “(la senyoria) no la tenim ne havem hauda ne del rey ne de regina, e no som tenguts a rey ne a regina, axi com eren los dits barons de Sicilia, abans de la dita senyoria e domini obtenim per madona Elionor, nostra muller, que és jutgessa d'Arborea e filla e succehidora per son pare en lo jutgat d'Arborea, la qual Casa d'Arborea ha D anys que ha hauda senyoria en la present illa”.
 



[1] A.C.A., Real Cancelleria, Carte Reali, Pietro III, n. 0923
[2] Pasquale TOLA, Codex diplomaticus Sardiniae tomo I p.2, (ristampa anastatica Torino 1861), Roma 1984, sec. XIV, doc. XLVIII, pag. 703.
[3] A.C.A., Real Cancelleria, Carte Reali, Pietro III, n. 1407.
[4] Concessione in feudo, da parte dell’infante Alfonso, del Giudicato d’Arborea a Ugone II del 5 luglio 1323 durante l’assedio di Iglesias in Pasquale TOLA, Codex diplomaticus Sardiniae tomo I p.2, (ristampa anastatica Torino 1861), Roma 1984, doc. XXI, pagg. 669-671 e ibidem doc. XL, pagg. 690-691 per la successiva riconferma del 1 maggio 1328 per mezzo di Pietro, primogenito di Mariano, in qualità di procuratore.




 

 

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