martedì 6 febbraio 2018

1218, riconferma all’arcivescovo pisano dei diritti sulla Sardegna

1218, riconferma all’arcivescovo pisano dei diritti sulla Sardegna
(Sergio Sailis)

 Ascò o Vitale, oggi mi sento buono e generoso e ti ridò i diritti sulla Sardegna però i tuoi concittadini devono comportarsi bene con la Santa Sede.
Accadeva ottocento anni orsono, tondi tondi, il 5 febbraio 1218. Papa Onorio III informa il capitolo, il clero e il popolo pisano della sua decisione di riconfermare i diritti di legazia e il primato sulla Corsica e sulle province sarde di Torres, Arborea e Cagliari all’arcivescovo pisano Vitale.

(img ASPi)
 
Lo stesso giorno scrive anche agli arcivescovi e vescovi sardi, ai Giudici di Torres e Gallura e ai nobili sardi informandoli della sua decisione e ordinando loro di prestare al presule pisano gli onori che gli competono.
In effetti tre giorni dopo Onorio procederà ufficialmente al rinnovo di questi privilegi, concessi dai predecessori di Onorio III, e che erano stati sospesi a seguito di quanto successo poco tempo prima in Sardegna ossia il matrimonio di Lamberto Visconti con Elena di Gallura (che aveva di fatto compromesso le mire matrimoniali di Trasamondo de Segni cugino di papa Innocenzo III) e l’invasione del Giudicato di Kalari (sempre ad opera di Ubaldo e Lamberto Visconti) ai danni degli eredi di Guglielmo di Massa pregiudicando così la politica papale tendente a stabilire il controllo e la sovranità sull'intera isola.
La nomina di Vitale, risalente all’anno precedente, era stata voluta dal Papa in quanto ritenuto persona a lui fedele e particolarmente utile per contrastare la tradizionale politica filo imperiale del comune toscano; gli avvenimenti successivi però, ossia l’appoggio incondizionato dell’arcivescovo alla consorteria dei Visconti (che aveva preso il sopravento a Pisa dopo la battaglia sul fiume Frigido  e la conseguente sconfitta del Giudice cagliaritano Guglielmo di Massa nel 1213) e al Comune di Pisa, l’inosservanza di Vitale di scomunicare i Consoli in carica (e quindi Ubaldo Visconti) e lanciare l’interdetto su Pisa come conseguenza dell’invasione del Giudicato di Kalari (nonché il rifiuto da parte dei pisani ad abbandonare la Sardegna), porteranno in seguito il Pontefice a ricredersi sulle sue scelte e, nell’agosto dello stesso 1218, a revocare nuovamente questi diritti che la chiesa pisana vantava ormai da quasi un secolo e mezzo.

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