COSTANTINO (Cosantine, Goantine)
di Cagliari
Dizionario Biografico degli
Italiani - Volume 30 (1984)
di Evandro Putzulu
COSTANTINO (Cosantine, Goantine)
di Cagliari. - Nacque in data non esattamente precisabile da Orzocco
Torchitorio giudice di Cagliari - il primo, sul quale ci siano giunte notizie
storiche sicure - e dalla sua consorte Vera.
Secondo l'antica tradizione, per
la quale sul trono di Cagliari dovevano sedere alternativamente un Torchitorio
de Ugunale ed un Salusio de Lacon, Costantino, quando successe al padre,
assunse l'appellativo di Salusio di Lacon, con cui compare in genere negli atti
pubblici.
Non sappiamo esattamente quando Costantino
succedette al padre, come unico sovrano; tale evento si può tuttavia ritenere
avvenuto poco prima della metà del 1089, perché del 30 giugno di quell'anno è
un documento solenne in cui Costantino, intitolandosi "rex et iudex
Caralitanus", conferma il diploma con il quale i genitori avevano concesso
ai benedettini dell'abbazia di S. Vittore di Marsiglia le chiese di S. Giorgio
di Decimo e di S. Genesio di Uta: conferme del genere venivano infatti
accordate dai giudici poco dopo la loro ascesa al trono. Sappiamo tuttavia che Costantino
era stato sin da giovane associato al potere dal padre, e che con questo aveva
diretto il giudicato in un momento particolarmente difficile della sua storia,
quando si profilava il conflitto fra Pisa, Genova e la Sede apostolica per
l'egemonia politica ed economica sull'isola, da poco riapertasi ai contatti ed
ai commerci con il continente. La Sede apostolica, all'epoca del pontificato di
Gregorio VII, aveva proclamato la sua alta sovranità sulla Sardegna; aveva
anche accusato i giudici ed i presuli sardi di essersi separati dalla comunione
della Chiesa e di essersi sottratti all'autorità della Sede apostolica.
L'accusa era rivolta soprattutto
ai vescovi di Cagliari. Questi, nel corso dei secoli precedenti, avevano
approfittato dell'isolamento, cui la preponderanza navale araba costringeva la
Sardegna, per raggiungere una larga autonomia: rifiutavano perciò, ora, ogni
dipendenza disciplinare da Roma, così come ne respingevano la politica
accentratrice. Per ridurre il clero sardo all'obbedienza, la Sede apostolica
aveva favorito - e favoriva - la penetrazione dei monaci benedettini
dell'abbazia di S. Vittore di Marsiglia, caldeggiando la concessione, da parte
delle locali autorità civili, di quei privilegi che avrebbero potuto giovare ad
un loro rapido e stabile insediamento. Questa direttiva di politica religiosa
non mancò di provocare contrasti con l'arcivescovo e col clero di Cagliari, che
si vedevano privati dei benefici e dei privilegi sin'allora goduti, e la
reazione dei Pisani, i quali vedevano minacciata l'influenza politica ed
economica che si erano conquistata nel giudicato di Cagliari durante i secoli
precedenti. Le cose si aggravarono quando sulla scena politica sarda apparvero
anche i Genovesi. Il conflitto si fece aspro negli ultimi anni del regno di
Orzocco e nei primi di quello di Costantino: purtroppo, la scarsità delle fonti
sino a noi pervenute non ci consente di precisare l'atteggiamento assunto da
quest'ultimo e da suo padre nei confronti delle forze politiche in gioco e la
parte da essi avuta nell'evolversi degli avvenimenti. Sappiamo che, subito dopo
la sua presa di potere, Costantino accolse nel suo Stato l'arcivescovo di Pisa
Lamberto e si accordò con lui; ma sappiamo pure che, dopo aver confermato le
donazioni fatte dal padre, il nuovo giudice concesse ai benedettini
dell'abbazia di S. Vittore di Marsiglia la basilica cagliaritana di S. Saturno
e, in altre località del giudicato, otto chiese, terreni seminativi, vigne,
pascoli, interi villaggi con i loro abitanti. A quei monaci accordò, inoltre,
numerosi privilegi di carattere economico, che dettero loro una posizione di
primo piano nel suo piccolo Stato. La politica avviata da Costantino
rappresentò dunque un capovolgimento rispetto a quella paterna e comportò una
vera soggezione all'autorità della Sede apostolica.
Negli atti che sanciscono queste
concessioni, sollecitate dal papa, in favore dei monaci di S. Vittore, Costantino
dichiara di voler riparare agli errori commessi da lui stesso e dai suoi
genitori; si impegna ad abbandonare le pessime consuetudini di vita dei suoi
predecessori, il concubinato, l'omicidio, l'incesto; promette di lasciare alla
Chiesa piena libertà nella scelta e nella consacrazione dei vescovi e dei
presbiteri, e si obbliga a pagare regolarmente le decime e a consegnare le
primizie dovute. Queste affermazioni, così come i continui interventi del
pontefice e dei suoi legati nelle frequenti liti che insorsero allora tra i
benedettini di S. Vittore e gli esponenti del clero locale, spogliati dei loro
benefici, attestano l'influenza raggiunta dalla Sede apostolica nel giudicato
di Cagliari durante il regno di Costantino I.
Le ultime notizie in nostro
possesso relative a Costantino sono dell'anno 1090: ignoriamo la data come
anche il luogo della sua morte.
Aveva sposato una nobildonna,
Giorgia, che gli aveva dato una figlia, Vera, e quattro figli. Avrebbe dovuto
succedergli il primogenito Mariano. Sappiamo invece che, nel 1103, era giudice
in Cagliari un Torbeno, forse fratello di Costantino: solo nel 1107, con
l'appoggio delle armi genovesi e pisane, Mariano poté riconquistare il trono
che era stato di suo padre.
Fonti e Bibl.:
P. Tola, Codex diplom. Sardiniae,
I, Augustae Taurinorum 1861, docc. 1519;
G. F. Fara, De chorographia
Sardiniae libri duo. De rebus Sardois libri quatuor, a cura di L. Cibrario,
Augustae Taurinorum 1835, p. 235;
G. Manno, Storia di Sardegna, I,
Milano 1835, pp. 285 ss.;
P. Tola, Dizionario biografico degli uomini ill. di Sardegna, I, Torino 1837, p. 240;
P. Tola, Dizionario biografico degli uomini ill. di Sardegna, I, Torino 1837, p. 240;
D. Scano, La chiesa di S.
Saturnino ed i primi giudici di Cagliari, in Bull. bibliogr. sardo, III (1903),
pp. 146-151; IV (1904), pp. 97 s.;
E. Besta, La Sardegna medioevale,
I, Palermo 1908, p. 80;
D. Filia, La Sardegna cristiana.
Storia della Chiesa, II, Sassari 1913, pp. 12 ss.;
R. Motzo, La donazione dell'isola
sulcitana a S. Antioco, in Arch. stor. sardo, XIII (1921), pp. 80 ss.;
D. Scano, Serie cronologica da;
giudici sardi, ibid., XXI (1939), 3-4, p. 31;
A. Boscolo, L'abbazia di S.
Vittore di Marsiglia, Pisa e la Sardegna, Padova 1958, pp. 35-55.
in: http://www.treccani.it/enciclopedia/costantino-di-cagliari_(Dizionario-Biografico)/
in: http://www.treccani.it/enciclopedia/costantino-di-cagliari_(Dizionario-Biografico)/
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