Costantino II (Gostantini,
Gosantine, Goantine) Giudice di Cagliari
Dizionario Biografico degli
Italiani - Volume 30 (1984)
di Evandro Putzulu
Costantino (Gostantini,
Gosantine, Goantine) di Cagliari. - Secondo di questo nome, figlio unico di
Mariano Torchitorio, giudice di Cagliari (c. 1107 - c. 1121), nacque nei primi
anni del secolo XII, e, come era uso, fu associato al trono sin dalla prima giovinezza.
Non sappiamo esattamente, per il silenzio delle fonti a noi note, quando
cominciò a regnare da solo; questo avvenimento deve porsi tuttavia in un
periodo di tempo di poco anteriore al 1130, perché il 13 febbraio di quell'anno
Costantino rilasciò all'Opera di S. Maria in Pisa un documento nel quale,
intitolandosi per la prima volta "iudex Caralitanus", confermava una
donazione di quattro corti fatta dal padre. Conferme del genere venivano di
solito accordate, infatti, dai giudici agli inizi del loro governo. Anch'egli,
come il nonno, assunse l'appellativo di Salusio de Lacon, secondo l'antica
consuetudine per la quale sul trono di Cagliari dovevano sedere
alternativamente un Torchitorio de Ugunali ed un Salusio de Lacon. In alcuni
documenti egli si intitola "de Pluminus", dal nome della località in
cui i giudici di Cagliari avevano stabilito la loro residenza, quando la
popolazione aveva abbandonato il luogo dell'antica città, devastata dalle
incursioni saracene, per ritirarsi dietro la cintura di stagni, che permetteva
una più facile difesa.
Il regno di Costantino durò per
oltre un trentennio e rappresentò un momento assai importante nella storia
cagliaritana, perché proprio nel corso di esso si svolse, sotterranea e
accanita, la grande lotta tra la Sede apostolica, Genova e Pisa, le tre potenze
continentali che miravano allora ad assicurarsi posizioni di privilegio e ad
affermare la loro egemonia sul giudicato. La rivalità fra le due Repubbliche
sfociò nella guerra che, scoppiata nel 1120 per la questione - solo apparentemente
di natura ecclesiastica - dei vescovi corsi, terminò nel 1133. In questa
situazione, intessuta di contrastanti interessi e piena di insidie, la condotta
di Costantino, per quanto è dato desumere dalle scarse fonti in nostro
possesso, fu tesa a salvaguardare l'autonomia del suo piccolo Stato mirando,
sulla linea politica già avviata dal padre, a contemperare in una situazione di
equilibrio le posizioni e le pressioni dei tre contendenti ed a realizzare una
convivenza che, solo se pacifica, poteva essere fruttuosa per il suo paese.
Senza dubbio Costantino fu ligio alla S. Sede, come testimonia l'appoggio da
lui accordato ai monaci dell'abbazia di S. Vittore di Marsiglia, e sostenne i
Pisani: tra il 1130 e il 1131, insieme con i giudici Gonario di Torres e Comita
di Gallura, prestò giuramento di fedeltà all'arcivescovo di Pisa. Mostrò
tuttavia amicizia anche nei confronti dei Genovesi, onde il suo trentennio di
regno costituì non solo un periodo di pace per il suo giudicato, ma fu un'epoca
di avvicinamento tra l'arcaico mondo isolano ed il mondo continentale.
Di Costantino sono giunti sino a
noi alcuni diplomi relativi a donazioni di terre e a concessioni di privilegi
in favore di istituzioni ecclesiastiche per lo più continentali, che erano
espressione degli interessi politici ed economici delle forze in gioco. Essi
rispecchiano quindi non tanto lo zelo religioso del giudice cagliaritano,
quanto i suoi orientamenti politici. Con le loro molteplici iniziative e con la
loro attività i monaci di S. Vittore, così come i Pisani, incisero
profondamente sul successivo sviluppo economico e sociale della regione, così
come sulla vita religiosa, culturale ed artistica. Ai primi si deve soprattutto
il vasto programma di costruzione e di restauro degli edifici sacri attuato nel
Cagliaritano sino al quinto decennio del secolo; ad ambedue, il risveglio ed il
rinnovamento dell'agricoltura locale ed il ritorno dei giudicato nell'ambito
spirituale della Chiesa di Roma e della cultura latina. Nel corso dei trentatré
anni di governo di Costantino continuarono i contrasti fra gli insediamenti
monastici, favoriti dal giudice, e gli arcivescovi di Cagliari; continuarono
anche le manovre pisane per minare l'egemonia del monachesimo vittorino,
intorno alla metà del secolo avviato al tramonto. Ed è proprio in questo
periodo che Pisa estese e consolidò la sua preponderanza, imponendo una pesante
tutela sul giudicato di Cagliari.
Costantino morì verso il 1163.
Si era sposato due volte: con
Giorgia de Unali, in prime nozze, e, in seconde, con Sardinia de Zori. Dai due
matrimoni gli erano nate tre figlie. La maggiore di esse, di cui ignoriamo il
nome, andò sposa a Pietro di Torres, fratello del giudice Barisone; la seconda,
Giorgia, sposò il marchese pisano Oberto di Massa; Preziosa, la terza, fu
moglie di un altro nobile pisano, Tedice di Donoratico.
Fonti e Bibl.:
P. Tola, Codex diplom. Sardiniae,
I, Augustae Taurinorum 1861, docc. 39, 42, 48;
G. Fara, De chorographia
Sardiniae libri duo. De rebus Sardois libri quatuor, a cura di L. Cibrario,
Augustae Taurinorum 1835, pp. 196 ss.;
G. Manno, Storia di Sardegna, I,
Milano 1835, Ppp. 301, 309 ss.;
P. Tola, Dizionario biografico
degli uomini illustri di Sardegna, I, Torino 1837, p. 241;
E. Besta, La Sardegna medioevale,
I, Palermo 1908, pp. 106 ss.;
D. Filia, La Sardegna cristiana.
Storia della Chiesa, II, Sassari 1913, p. 24;
A. Solmi, Studi storici sulle
istituzioni della Sardegna nel Medio Evo, Pavia 1917, pp. 211, 398;
D. Scano, Serie cronologica dei
giudici sardi, in Archivio storico sardo, XXI (1939), 3-4, p. 33;
R. Delogu, L'architettura nel
Medio Evo in Sardegna, Roma 1953, pp. 47 ss.
in:http://www.treccani.it/enciclopedia/costantino-di-cagliari_res-709528a7-87eb-11dc-8e9d-0016357eee51_(Dizionario-Biografico)/
in:http://www.treccani.it/enciclopedia/costantino-di-cagliari_res-709528a7-87eb-11dc-8e9d-0016357eee51_(Dizionario-Biografico)/
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