Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)
di Alberto Boscolo
AGNESE di Massa. - Figlia di
Guglielmo di Massa, giudice di Cagliari (1190-1214), e di Adelaide Malaspina,
andò sposa giovanissima al donnicello Mariano, figlio del giudice di Torres,
Comita I (1198-1218).
Il matrimonio era suggerito da ragioni politiche del momento; il padre di lei aveva, infatti, invaso il giudicato d'Arborea, andando contro il giudice di Torres, che ne era condomino. Le nozze servirono a suggellare la pace fra i due.
Il matrimonio era suggerito da ragioni politiche del momento; il padre di lei aveva, infatti, invaso il giudicato d'Arborea, andando contro il giudice di Torres, che ne era condomino. Le nozze servirono a suggellare la pace fra i due.
Dal matrimonio con Mariano, che
divenne giudice nel 1218, ebbe tre figli: Barisone, che morì giovinetto,
vittima di un tumulto popolare nel 1236, Adelasia, la sfortunata moglie di re
Enzo, e Benedetta. Alla morte di Mariano, avvenuta nel 1232, Agnese abbandonò
il giudicato di Torres e sposò il conte Ranieri dei Bulgari, stabilendosi per
un certo periodo di tempo nel giudicato di Cagliari, nella villa di Santa Gilla
ai piedi della città. Durante la sua assenza, a partire dal 1214, il giudicato
cagliaritano era stato retto da una sua sorella, Benedetta, la quale, debole e
incapace, era stata sopraffatta dai pisani Ubaldo e Lamberto Visconti. I due
avevano occupato e fortificato nel 1216 il colle sovrastante all'abitato e,
nella lotta allora in corso con la Repubblica di Genova per l'egemonia sulla
Sardegna, avevano portato quasi tutto il giudicato nella sfera dell'influenza
pisana. Lamberto Visconti sposò poi Benedetta per un riconoscimento ufficiale
della usurpazione, ma il matrimonio fu annullato dal pontefice Onorio III
(1220). Tuttavia, tanto Ubaldo quanto Lamberto rimasero padroni del territorio.
Benedetta morì alla fine del 1232, lasciando un unico figlio minorenne,
Guglielmo II, e il giudicato di Cagliari in una situazione molto confusa e
triste. Agnese e il suo nuovo marito, Ranieri, avanzarono pretese su di esso,
sia come parenti di Benedetta, sia come tutori del loro nipote Guglielmo II e,
appoggiati dalla Chiesa, contraria ai Visconti, ottennero il governo del
giudicato. Fu però un governo formale. Il conte Ranieri morì nel 1238 ed Agnese
mantenne i suoi diritti sino al 1256, quando li cedette, pochi anni prima della
sua morte (della quale non si può tuttavia precisare la data), a Guglielmo III
di Cepolla, marchese di Massa, nominato giudice di Cagliari nell'ottobre dello
stesso anno.
Fonti e Bibl.:
P. Tola, Codex diplomaticus
Sardiniae, I, Augustae Taurinorurn 1861, doc. 93, pp. 281, 293, 343, 347, 370,
379;
D. Scano, Codice diplomatico
delle relazioni tra la Santa Sede e la Sardegna, I, Cagliari 1940, pp. XIII,
XXVIII, XXXVIII s., docc. 115, 121, 145, 290;
E. Besta, La Sardegna medioevale,
I, Palermo 1907, pp. 166 ss.;D. Scano, Serie cronologica dei giudici sardi, in Archivio stor. sardo, XXI (1939), pp. 37 ss.
in http://www.treccani.it/enciclopedia/agnese-di-massa_(Dizionario_Biografico)/
molto interessanti queste biografie del ramo massese!
RispondiEliminaAurora blu
Se ti interessa recentemente è uscita una pubblicazione molto interessante che rielabora e ripercorre in una nuova ottica la genealogia dei Marchesi di Massa.
RispondiEliminaRaimondo PINNA, Santa Igia. La città del Giudice Guglielmo, Cagliari 2010