Eximén Perez Cornel signore di Sisini
di Antonio Forci
*
Eximén Perez
Cornel, barone di Alfajarin, apparteneva a illustre e nobile famiglia di ricos
hombres d’Aragona discendente secondo la tradizione da Fortún Garcés de Biel,
signore di Huesca agli inizi del secolo XII: questi fu il primo ad adottare
l’appellativo di Cornel e lo scudo d’oro con cinque cornacchie di nero che
diverrà proprio del casato[1].
Figlio dei
nobili Pedro Cornel [III], maggiordomo reale nonché procuratore generale del
regno d’Aragona, e Urraca Artal de Luna, Eximén Perez Cornel sposò Violant de
Pallars sorella della contessa Sibilla de Pallars dalla quale, secondo il
cronista Zurita, ebbe tre figli maschi: Tomás, Pedro e Ramon[2].
Assieme a quest’ultimo seguì l’infante Alfonso nella spedizione alla conquista
della Sardegna[3] ove
ottenne la castellania del castello Orguglioso e le ville di Armungia e Ballao,
site nella curatoria di Galilla (alias Gerrei), e di Serri, Sisini e Sarasi
nella curatoria di Siurgus, concessegli in feudo secondo il costume d’Italia e
col servizio di cinque cavalli armati[4].
Alla prestazione militare particolarmente onerosa si aggiungeva da parte
dell’infante la riserva del mero e misto imperio, anche se poi il servizio in
cavalli armati fu ridotto da cinque ad uno solamente con la facoltà, per il
feudatario, di esercitare il misto imperio[5].
Il motivo per
cui il Cornel è stato incluso tra i protagonisti della prima feudalizzazione
della Trexenta risiede nel fatto che il centro di Sisini, storicamente
appartenente alla curatoria di Siurgus e comune autonomo sino al 1927, è oggi
frazione del comune di Senorbì di cui costituisce l’estrema parte
settentrionale[6].
All’epoca dell’infeudazione confinava ad est con la scomparsa villa di Sarasi,
il cui territorio è oggi compreso nei limiti meridionali del comune di Siurgus
Donigala, mentre non vi era continuità territoriale con la villa di Serri,
situata circa 20 km più a nord.
Col tempo Eximén
Perez Cornel ampliò il suo patrimonio feudale in Sardegna comprando da Francesc
de Berga, figlio ed erede universale di Lorenç de Berga, tutte le altre ville
della curatoria di Galilla: villam de Pauli, Castanie, Espadiano, Ciuro,
Canyes, Noraix, villam novam de Scala de Plano, Lantina, villam de Saltu,
Sorlongo e Sassarra, cioè Sassai[7]
nel cui territorio era situato il castello Orguglioso[8].
Successivamente comprò da Guillem Serra le ville di Orroli e Goni, site nella
curatoria di Siurgus, e il diritto che questi possedeva sulle ville di Arco e
Arixi, site nella curatoria di Trexenta[9].
Queste due ultime ville, originariamente infeudate al Serra, erano state cedute
a Pisa dopo la pace conclusa tra la Corona d’Aragona e il comune toscano, e il
primitivo feudatario si era visto riconoscere il diritto a nuovi possessi che
uniti a quelli di Goni e Orroli raggiungessero la rendita annua di 5000 soldi
di genovini.
Ottene anche una
donazione di 3000 soldi di alfonsini sopra i redditi annui di qualsiasi villa
della Sardegna, in virtù della quale acquisì i beni del defunto scutifero e
capitano di Gallura Miguel Martinez de Pueyo.
Morto senza
figli alla fine del 1330 nominò suo erede universale il nipote Ramon Cornel[10]
che in deroga alla norma che prevedeva la trasmissione dei feudi esclusivamente
tra padre e figlio gli successe nel possesso delle ville sunnominate[11]
e nella carica di castellano del castello Orguglioso[12].
Nel 1332 Ramon
Cornel cedette le ville di Orroli e Goni e il diritto su quelle di Arco e Arixi
a Guillem Serra[13], mentre
vendette il resto dei possedimenti che furono dello zio Ximene Perez, compresa
la villa di Sisini, al governatore di Sardegna Ramon de Cardona[14]
del quale aveva sposato la figlia Beatrice[15].
Quando nel 1335
tutti i feudatari del regno di Sardegna vennero chiamati a prestare il loro
aiuto nella guerra contro i Doria, il governatore Cardona risulta possedere,
oltre a molteplici ville nelle curatorie di Galilla, Nuraminis e Gallura, anche
quelle di «Serri, Sinesi et Serassi» nella curatoria di Siurgus[16].
Morto Ramon de
Cardona, nel 1338 Ramon Cornel, a nome delle figlie ed eredi Beatriu sua
consorte, Elionor, moglie di Huguet de Cervellon, ed Elisabet, badessa del
monastero di Santa Chiara de Coimbra, prestò giuramento di fedeltà e omaggio al
nuovo re Pietro IV per le ville di Armungia e Ballao, site nella curatoria di
Galilla, di Serri, Sisini e Sarasi site nella curatoria di Siurgus e per altre
site nelle curatorie di Nuraminis e Romangia[17].
Le figlie di
Ramon de Cardona non presero mai possesso effettivo dei feudi sardi ereditati
dal padre e per eludere l’obbligo di residenza nell’isola decisero nel 1340 di
darli in arrendamento a Ramon Çavall, indennizzando la Corona con oltre 1000
libbre di alfonsini per la mancata prestazione del servizio militare[18].
Il contratto aveva una validità di dodici anni dopo di che le ville di
Armungia, Ballao e Sisini rientrarono in possesso del regio fisco se Pietro IV
potè disporne nell’agosto del 1355 per infeudarle, con altri luoghi del Gerrei,
a Ramon Zatrilla (o de Trilea o Çatrilla)[19].
* Antonio FORCI,
Feudi e feudatari in Trexenta (Sardegna meridionale) agli esordi della
dominazione catalano-aragonese (1324-1326), in “Sardinia. A Mediterranean
Crossroads. 12th Annual Mediterranean Studies Congress (Cagliari, 27-30 maggio
2009)” a cura di Olivetta Schena e Luciano Gallinari, ora in “RiMe. Rivista
dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea”, n. 4, giugno 2010, Cagliari
2010.
[1] Cfr. Gregorio
GARCÍA CIPRÉS, Los Cornel, in “Linajes de Aragón”, VII, 6, 1916, pp. 101-105.
[2] Cfr. J. Zurita,
Anales de Aragón cit., libro V, cap. XXIX.
[3] Ibidem, libro
VI, cap. XLIII.
[4] ACA, Real
Cancillería, reg. 398, f. 29r-v. La nomina ad alcaide o castellano del castello
Orguglioso fu confermata nel luglio del 1326: ACA, Real Cancillería, reg. 401,
f. 73v.
[5] ACA, Real
Cancillería, reg. 401, ff. 51r-52v (1326 giugno 27, Balaguer).
[6] Cfr. Antioco
PISEDDU, Senorbì, note per una storia, Zonza Editori, Cagliari, 2001, p. 170.
[7] ACA, Real Cancillería, reg. 403, f. 212r-v.
[8] Segnato nelle
carte topografiche e comunemente noto col nome di Castello di Sassai, in
territorio comunale di Silius: cfr. Foiso FOIS, Castelli della Sardegna
medioevale, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 1992, pp. 20-21, 75-77.
[9] ACA., Real Cancillería, reg. 511, ff. 45v-46r.
[10] Da una carta
conservata in ACA, Real Cancillería, reg. 512, f. 283v, (1331 novembre 29,
Valenza) si evince che Eximén Perez Cornel era «patruus», cioè zio paterno, di
Ramon Cornel. Questi non è da confondere pertanto con l’omonimo cugino,
evidentemente premorto al padre.
[11] ACA, Real
Cancillería, reg. 511, ff. 50v-51r (1330 dicembre 22, Valenza); Jerónimo
ZURITA, Anales de Aragón cit., libro VII, cap. XVI.
[12] ACA, Real
Cancillería, reg. 511, f. 51r-v (1330 dicembre 21, Valenza).
[13] ACA, Real
Cancillería, reg. 511, f. 31v (1332 gennaio 19, Valenza).
[15] ACA, Real
Cancillería, reg. 512, ff. 160v-161r (1331 luglio 16, Barcellona).
[16] ACA, Real Cancillería, reg. 518, f. 170v.
[17] Cfr. Giuseppe
SPIGA, Feudi e feudatari nel regnum Sardiniae et Corsicae fra il 1336 e il
1338, in La Corona d’Aragona in Italia (secc. XIII-XVIII), Atti del XIV
Congresso di Storia della Corona d’Aragona, vol. II/2, Sassari 1995, pp.
874-875; Maria Teresa FERRER I MALLOL, Ramon de Cardona: capità general de
l’exèrcit güelf i governador de Sardenya (†1338), in Paolo MANINCHEDDA (ed.),
La Sardegna e la presenza catalana nel Mediterraneo, Atti del VI congresso (III
Internazionale) dell’Associazione Italiana di Studi Catalani (Cagliari 11-15
ottobre 1995), Cagliari 1998, vol. I, p. 81.
[18] Cfr. Maria
Teresa FERRER I MALLOL, Ramon de Cardona: capità general de l’exèrcit güelf i
governador de Sardenya (†1338) cit., p. 82.
[19] ASC, Pergamene,
Museo Ris. 602/02 (1355 agosto 19, Castello di Cagliari).
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