Arnau de Caçà signore di
Dei
di Antonio Forci*
(scheda di Dei)
Arnau de Caçà era un mercante cittadino di Maiorca[1] noto per aver partecipato
alla conquista della Sardegna come “patronus” di una cocca[2]. Precedentemente era stato
amico personale e fidato consigliere dell’infante Ferdinando, fratello del re
Sancio I di Maiorca, del quale fu procuratore in importanti atti diplomatici[3] e che accompagnò in Grecia
nella sfortunata campagna di Morea (Acaia) ove detto infante trovò la morte
(1316)[4].
In virtù dell’esperienza maturata tra gli almogàvers negli scenari di guerra
del
mediterraneo orientale fu tenuto in grande considerazione dall’infante Alfonso che nella documentazione cancelleresca si rivolge a lui con l’appellativo di «domesticus», affidandogli importanti missioni diplomatiche[5] nonché la procura generale per riscuotere denaro a suo nome da qualunque persona nel regno di Sardegna sin dall’aprile 1324[6].
mediterraneo orientale fu tenuto in grande considerazione dall’infante Alfonso che nella documentazione cancelleresca si rivolge a lui con l’appellativo di «domesticus», affidandogli importanti missioni diplomatiche[5] nonché la procura generale per riscuotere denaro a suo nome da qualunque persona nel regno di Sardegna sin dall’aprile 1324[6].
Dall’epoca della conquista risiedette stabilmente nell’isola dapprima nel
castello di Bonaria e poi in quello di Cagliari[7] ricoprendo ruoli di primo
piano in seno all’amministrazione regia: nel 1324 fu infatti nominato
amministratore generale delle regie entrate in coppia con Pere de Llibià[8], mentre dal 1331 operò
come doganiere del Castello di Cagliari[9]. Morto Pere de Llibià alla
fine dello stesso anno fu richiamato a coprire la carica di amministratore
generale in qualità di reggente[10]. Risulta deceduto alla
data del 6 settembre 1333[11] e sostituito nell’ufficio
di amministratore dal barcellonese Francesc Dierga[12].
Dopo la prima pace tra Aragona e Pisa (25 aprile 1326) ricevette in feudo
secondo il costume d’Italia le ville di Sheutas, Nuragi e Postmont site nella
curatoria di Nuraminis, con la riserva del mero e misto imperio e il servizio
di due cavalli armati[13]. In seguito la concessione
fu ampliata con l’aggiunta delle ville di Monastir e Sigogus, site nella
curatoria di Bonavoglia (alias Dolia) e Dei, sita nella curatoria di Trexenta[14]. In tale circostanza gli
fu inoltre riconosciuto l’esercizio del misto imperio, rimanendo invariato il servizio
in cavalli armati[15].
Poiché la carta conteneva degli errori fu rinnovata alcuni mesi più tardi[16] anche se le inesattezze
non vennero del tutto eliminate. Si rese così necessaria, dietro istanza del
Caçà, l’emanazione di una terza carta[17] e poi ancora di una
quarta dove finalmente le ville furono chiamate col loro giusto nome e
collocate nelle debite curatorie. In quest’ultimo documento si fa riferimento
alla villa di Dei che nel frattempo era stata ceduta a Pisa dopo la seconda
pace stipulata tra la Corona d’Aragona e il comune toscano: al Caçà veniva
riconosciuto il diritto a rientrarne in possesso qualora la regia curia
l’avesse recuperata [18].
Quando nell’agosto del 1327 l’infante Alfonso, sulla base di un accordo
raggiunto con i feudatari dell’isola di Sardegna che non detenevano il mero
imperio, riconobbe ad Arnau de Caçà la metà del denaro proveniente
dall’esazione delle machizie nelle sue ville di Monastir, Sigogus, Sahutas,
Nuraxi e Postmont, tale concessione avrebbe dovuto essere estesa anche alla
villa di Dei nel caso in cui detto Arnau ne fosse rientrato in possesso[19].
A compensare la perdita della villa trexentese non intervenne alcun rimborso
ma la semplice riduzione del servizio militare da due cavalli armati ad uno
armato e ad un altro alforrato[20].
Morto Arnau de Caçà il diritto sulla villa di Dei dovette trapassare al
figlio ed erede universale Nicolau de Caçà che il primo ottobre 1333 prestò a
re Alfonso giuramento di fedeltà ed omaggio per le ville già possedute in feudo
dal padre nelle curatorie di Dolia e Nuraminis[21].
* Antonio FORCI, Feudi e feudatari in Trexenta
(Sardegna meridionale) agli esordi della dominazione catalano-aragonese
(1324-1326), in “Sardinia. A Mediterranean Crossroads. 12th Annual Mediterranean
Studies Congress (Cagliari, 27-30 maggio 2009)” a cura di Olivetta Schena e
Luciano Gallinari, ora in “RiMe. Rivista dell’Istituto di Storia dell’Europa
Mediterranea”, n. 4, giugno 2010, Cagliari 2010.
[1] Cfr. Cécil CRABOT, Noblesse urbaine et féodalité: les
citoyens catalano-aragonais feudataires en Sardaigne, in “Anuario de Estudios
Medievales”, 32/2, 2002, p. 815; Francesco FLORIS, Dizionario delle famiglie
nobili della Sardegna, vol. 1 (A-M), Edizioni della Torre, Cagliari, 2009, p.
139, s.v. Caciano.
[2] ACA, Real Cancillería, reg.
397, ff. 129r, 135r-v.
[3] Charles DU FRESNE DU CANGE,
Histoire de l’empire de Constantinople sous les empereurs français juasqu’a la
conquête des turcs (nouvelle édition revue par Jean Alexandre Buchon), tome II,
Paris, 1826, doc. XLVIII (anno 1315), pp.
371-375.
[4] Cfr. Ramón MUNTANER, Crónica catalana, edizione a
cura di A. DE BOFARULL, Barcelona 1860, cap. CCLXX. Lo storico valenzano
riferisce con malcelato disappunto che Arnau de Caçà fu incaricato di recarsi
con una nave dalla Grecia a Maiorca per rifornirsi di uomini e vettovaglie ma
tanto indugiò che quando fece ritorno l’infante Ferdinando era già morto.
[5] ACA, Real Cancillería, reg. 397, ff.
129r, 135r-v.
[6] ACA, Real Cancillería, reg.
397, f. 154r. Nella carta Arnau de Caçà è
definito «mercator».
[7] Dal castello di Bonaria fu costretto nel 1327 a
trasferirsi in quello di Cagliari, dove possedeva vari alloggi di cui uno
comprato da Jofré Gilabert de Cruïlles: ACA, Real Cancillería, reg. 403, f.
199r-v; reg. 513, f. 45r-v.
[8] I due risultano in attività alla data del 14 luglio
1324: ACA, Real Cancillería, reg. 397, f. 201v. Numerosa è la documentazione
che li riguarda in ACA, Real Cancillería, reg. 398.
[9] ACA, Real Cancillería, reg.
512, f. 225v.
[10] Cfr. F. C. Casula, Carte reali diplomatiche di
Alfonso III il Benigno cit., p. 116, doc. n° 115.
[11] ACA, Real Cancillería, reg.
516, f. 162v.
[12] ACA, Real Cancillería, reg.
516, f. 230r.
[13] ACA, Real Cancillería, reg. 398, ff. 46r-47r (1324
novembre 4, Lerida).
[14] Per una localizzazione della villa in territorio
comunale di Pimentel nella fertile valletta del Riu Santu Sibippu cfr. S.
Ghiani, La Trexenta antica cit., p. 195. Da segnalare l’esistenza dei toponimi
Nuraghe Dei e Nuraddei, circa tre km a sudovest di Guasila, a cavallo con i
confini settentrionali del comune di Samatzai: cfr. IGMI, Carta d’Italia –
scala 1:25.000. Foglio N°548, sez. IV-Senorbì, Firenze, 1992.
[15] ACA, Real Cancillería,, reg. 399, ff. 49v-51r (1325
luglio 3, Daroca).
[16] ACA, Real Cancillería, reg. 400, ff. 160r-161r (1325
dicembre 9, Barcellona).
[17] ACA, Real Cancillería, reg. 403, ff. 67v-70r (1327
giugno 2, Barcellona).
[18]
ACA, Real Cancillería, reg. 403, ff. 80v-82v (1327 giugno 2, Barcellona)
[19] ACA, Real Cancillería, reg. 403,
ff. 190v-192r. (1327 agosto 1, Morella)
[20]
ACA, Real Cancillería, reg. 403, ff. 198r-199r (1327 settembre 20, Saragozza)
[21]
ACA, Real Cancillería, reg. 516, f. 199r-v.
Nessun commento:
Posta un commento