venerdì 11 ottobre 2013

Francesc II Carroz signore di Arili, Siocco, Donigala Alba e Segolay

Francesc II Carroz signore di Arili, Siocco, Donigala Alba e Segolai
di Antonio Forci*
(Scheda Aliri) (Scheda Sioccu) (Scheda Donigala Alba) (Scheda Segolay)

Francesc II Carroz apparteneva ad una delle più insigni famiglie della nobiltà valenzana, essendo il figlio primogenito dell’ammiraglio Francesco Carroz, signore del castello di Rebollet[1]. I Carroz furono tra i principali protagonisti della spedizione per la conquista del regno di Sardegna, in quanto l’ammiraglio Francesco, oltre ad essere stato nominato comandante della
flotta reale, allestì ben venti galere armate a sue spese portando con sé i figli Francesc junior, Berenguer, Jaume e Nicolau[2].
A circa un anno dalla conquista Francesc II Carroz, ricevette in feudo secondo il costume d’Italia una rendita annua di 10.000 soldi di genovini sopra i redditi di qualsiasi villa del regno di Sardegna, con l’inusuale concessione del mero e del misto imperio e un servizio di tre cavalli armati[3]. Come in altre concessioni del 1325 l’infante affidò agli amministratori generali Pere de Llibià e Arnau de Caçà il compito di individuare i luoghi da assegnare in feudo al rampollo del potente casato che fu investito entro breve tempo delle ville di Mandas, Escolca e Nurri, site nella curatoria di Siurgus, e di Arili, Siocco, Donigala Alba e Segolai site in quella di Trexenta. Da un inventario di feudatari e dei loro possessi in Sardegna databile attorno al maggio 1326 apprendiamo infatti che: «Lo noble Ffrancesch Carros, fill del almirayl, ha vila Mandas e vila Escolca e vila Nurri qui son en la curadoria de Suurgus. E vila Arili e vila Seoco e vila Donicaylalba e vila Segolay qui son en la curadoria de Tregenta»[4].
Delle quattro ville trexentesi, tutte scomparse tra il XIV e il XVIII secolo, solo quella di Donigala Alba rimane di incerta localizzazione mentre la sopravvivenza dei toponimi Oliri, Nuraghe Oliri, Gruttas de Oliri (campagne tra Guasila e Samatzai), Siocco, Nuraghe Siocco (campagne a sud-est di Ortacesus) e dell’antica chiesa di S. Maria di Segolai (periferia settentrionale di Senorbì) permette di posizionare senza difficoltà le altre tre nella carta della Trexenta medievale[5].
Dopo il trasferimento delle ville suddette ai pisani in seguito al secondo trattato di pace dell’aprile 1326, a Francresc II Carroz fu ridotto da tre a due il numero dei cavalli armati che era tenuto a fornire alla Corona, mentre a titolo di rimborso gli furono assegnate altre rendite nella curatoria del Sigerro[6]. A causa dell’aspro contrasto tra il padre e Raimondo de Peralta fu costretto a fare ritorno in patria dove si distinse nelle guerre contro i mori, ereditando successivamente la signoria di Rebollet. Nel 1343 lasciò le signorie di Mandas, Escolca e Nurri al fratello Nicolau[7].
 
 

* Antonio FORCI, Feudi e feudatari in Trexenta (Sardegna meridionale) agli esordi della dominazione catalano-aragonese (1324-1326), in “Sardinia. A Mediterranean Crossroads. 12th Annual Mediterranean Studies Congress (Cagliari, 27-30 maggio 2009)” a cura di Olivetta Schena e Luciano Gallinari, ora in “RiMe. Rivista dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea”, n. 4, giugno 2010, Cagliari 2010.

 

 



[1] Cfr. Onofre ESQUERDO, Nobiliario valenciano cit., tomo I, pp. 198-199; Jose HINOJOSA MONTALVO, Diccionario de historia medieval del Reino de Valdencia cit., tomo IV, s. v. Carroz i Cruïlles, Francesc, pp. 454-455.
[2] Cfr. Francesco FLORIS, Dizionario delle famiglie nobili della Sardegna cit., vol. 1, s. v. Carroz, p. 186 e ss.
[3] ACA, Real Cancillería, reg. 398, ff. 130r-131r (1325 maggio 1, Valenza).
[4] ACA, Varia de Cancillería, reg. 429, f. 1v: cfr. Cécile CRABOT, Les feudataires catalans et la Sardaigne cit., vol. II, Annexe 1, p. 2.
[5] Cfr. IGMI, Carta d’Italia – scala 1 :25.000. Foglio N° 548, sez. IV-Senorbì, Firenze 1992; Ottaviana SODDU, Un villaggio medievale: Segolai (Senorbì-Cagliari), in “Quaderni della Soprintendenza Archeologica per le Province di Cagliari e Oristano”, 21, 2004, pp. 187-219.
[6] ACA, Varia de Cancillería, reg. 427, f. 1r: cfr. Cécile CRABOT, Les feudataires catalans et la Sardaigne cit., vol. I, p. 428, vol. II, Annexe 4, p. 14.
[7] Cfr. Francesco FLORIS, Dizionario delle famiglie nobili della Sardegna cit., vol. 1, s. v. Carroz, p. 186.

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